martedì 13 dicembre 2011

Lettera a Babbo Natale sul governo


By il simplicissimus
miss Apple per il Simplicissimus

Solo 17 giorni e hanno partorito una manovra da urlo, da urlo di dolore.
e sento di non odiarli, non mi ha irritata la fornero mentre piangeva, eppure mi manderà in pensione a 66 anni, sperando di arrivarci, a 66.

Hanno tradito un po’ noi poveri, ci aspettavamo tutti almeno una patrimoniale, ma la patrimoniale ancora non spunta. Qualche tassa su beni di lusso, tassa che i proprietari di tali beni non vorrebbero pagare. Pure i parlamentari ci si mettono: i loro privilegi non li vogliono perdere, eppure i sacrifici devono essere sacrifici per tutti, no?
Ci si mette anche santa madre chiesa, che manda il postino con la letterina di buon natale “magari un sacrificio potremmo farlo pure noi, un po di Ici potremmo pagarla, ma con parsimonia”

Sicché tocca tutto ai poveri, a noi, dai 1600 euro in giu, fino alla fossa. Vero che qualcosa pagherà anche Briatore e tutto il suo esercito di ricchi al seguito, ma poco, tutto poco, un po tutti. Ma ancora non si sa cosa ne sarà dell’articolo 18, la Fornero tiene la bocca cucita – qui gatta ci cova, hanno pensato tutti.
E io penso che ci stiano pensando, hanno convocato sindacati prima ancora dei partiti, sono tonta, ma mi suona trattativa dura e pura, infattii scioperone oggi e sciopero generale il 19: non andate alla posta, sarà chiuso.

Ma lo snodo pensioni resta il più detestato, il più contestato, io mi sarei liberata della mia capo la fine del prossimo anno, ed invece altri 3 anni di umori altalenanti, i suoi, dura lavorare così..ma lei dice che ancora non si pronuncia, che ancora non è definito tutto. Non mi ha infastidita la Fornero mentre parlava con l’Annunziata, mi irritava di più la strega Maglie da Giletti, difendeva i parlamentari, lei, donna da shopping selvaggio con soldi Rai.
Non mi ha infastidita la Fornero nel commuoversi alla parola sacrifici, la mia parte buona mi ha suggerito di pensare che, forse, calare un asso così pesante non è gentile e nemmeno cortese, mi ha infastidita di più sentire uno sponsorizzato, che s’è fatto una cifra di giri del mondo in barca a vela, lamentarsi delle tasse sulle barche, invece di solidalizzare con chi, da oggi in poi scenderà in piazza per salvare il posto di lavoro.

Intanto il governo dell’uomo legato a doppio, triplo filo alle banche, ha fatto riunire i sindacati, s’è ritrovata la loro unione, comico però sentire Bonanni parlare di giustizie e dignità dei lavoratori dopo che se ne andava a casa dell’omino di Arcore a firmare i contratti della miseria: quei 40 euro che mi sono trovata in più in busta paga tre anni fa (o erano 4?) si sono svalutati da mò. Ci pago a mala pena l’abbonamento.

Ecco, prima di detestare definitivamente questo esecutivo tecnico mi concentro nel ricordare chi ha contribuito a questa messa nera. C’è un uomo che potrebbe salvarci, non è Saviano, no, nemmeno Renzi, si chiama Landini, ma già l’ho scritto, lui ha spirito e purezza. voglia di verità e difesa del giusto.

Sconvolgerò tutti, ma il mio pensiero supendo è vedere lui e la Fornero insieme, non in atti erotici ma eroici: una consulenza di Landini sarebbe il salvavita Italia, l’antibiotico giusto per la malattia di cui parlava la Fornero. Insieme potrebbero ridare dignità al lavoro e restituire valore al Paese, senza lacrime.

Risponde Anna Lombroso

Cara Miss Apple lo so perché nella tua lettera a Babbo Natale sei così fiduciosa. A influenzare il tuo giudizio è la comune origine veneziana: sei abituata, ancorchè, a aver fiducia nell’equilibrio degli ubriachi che vedi andar “bordesando”, traballando perigliosamente sul bordo dei canali, senza però caderci dentro.
E’ vero che questo governo sembra composto da baldanzosi ubriachi che camminano sull’orlo del precipizio inebriati della missione di salvare il Paese, però sai questa non è la Serenissima, non si rischia solo un bagno in Canalazzo, e soprattutto è probabile che per salvarsi dal tonfo trascinino giù noi.
Con tutto il malanimo che nutro per la cattiva politica, mi viene però da rimpiangerla al cospetto di chi forte di non dover rendere conto agli elettori, disinteressato al consenso dei votanti, procede lanciando provocazioni noncurante degli effetti, in forza della necessità, in nome dell’austerità, con il solo effetto dell’ingiustizia. Proprio dopo il rudimentale attentato a Equitalia, il Presidente del Consiglio ha auspicato condizioni di convivenza civile, dimenticando colpevolmente che alla base della sicurezza e dell’armoniosa coabitazione nel condominio italiano e europea e globale ci deve essere l’equità. Quell’equità sbandierata per farci inghiottire la manovra di Berlusconi e Tremonti, quella necessaria a salvaguardare un sistema economico avido e dissipato che ha svuotato stato sociale e tasche, cultura e istruzione, ambiente e qualità abitativa.

Io personalmente mi sento offesa che vengano chiamate “riforme” delle iniziative autoritarie che intervengono solo attraverso un meccanismo di rapina estemporanea, senza compensazioni in termini di garanzia o di crescita. Senza una strategia di sviluppo che persuada della bontà di quei sacrifici che hanno fatto versare lacrime di coccodrillo alla ministra che ormai sembra consolata e ilare in ogni occasione pubblica e perfino con Crozza che in attesa del ritorno del Berlusconi sembra un orfanello.
La cittadinanza ha subito in un anno due manovre per complessivi 60 miliardi di euro, ora deve sopportare questa e l’anno non è ancora finito. Quella di primavera verrà in anticipo, perché non ci sono più le mezze stagioni. Ma è indispensabile, dicono concordi i vertici italiani ed europei, per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013. E come? va spostata la tassazione del reddito ai consumi e alle proprietà, riformate le pensioni ed eliminate le rigidità del mercato del lavoro. Sarà giusta l’analisi della crisi ma non è certo giusta una terapia motivata dalla speculazione finanziaria, se anche gli studenti di ragioneria sanno che mercati e conti pubblici sono due fattori divergenti e se qualsiasi commentatore compresi quelli di Repubblica hanno capito che la speculazione mira a far affondare l’euro.

C’è ormai un’opinione condivisa perfino da Obama, che concorda nel dire che la Bce deve cambiare politica, che l’austerità è una spirale che trascina sempre più giuù noi invece abbiamo scelto di incunearci nel taglio della spesa, per riempire un buco incolmabile se non si affrontano i mali alla radice: evasione, corruzione inefficienze da un lato, salari bassi e contrazione dei consumi dovuti al congelamento della crescita dall’altro
Io vorrei mettere in guardia i fiduciosi che aspettano stando a guardare. C’è da diffidare dei contabili, non perché fanno gli interessi di altri contabili, ma perché usano le ricette neo liberiste che hanno ammalato il paese, perché la privatizzazione delle ricchezze del Paese ci consegna alla Germania, così come la riforma dell’articolo 18 e la riduzione del costo del lavoro.

Non credo che le modifiche che la Fornero introdurrà al suo edificio ottusamente recessivo saranno significative, ma dimostrano comunque che non si può stare a guardare, che bisogna reagire per condizionare non tanto un governo arrogantemente sordo che invita i sindacati per l’ammazzacaffè la domenica sera. Ma per far circolare una critica attiva che smuova quel che resta del processo decisionale e dei partiti intenti alla difesa di micragnosi privilegi. magari capiscono che le vacche grasse sono finite anche per loro. Forse hanno dei figli. Magari capiscono che la crisi è brutta ma che la manovra rischia di essere peggio, come si dice da noi, “peso el tacon del buso”.



Don Verzè si è spinto fino in Brasile, e precisamente a Salvator de Bahia, per allestire un suo “quartier generale”. Report raccoglie le testimonianze di chi in Brasile smentisce la natura filantropia dell’ ospedale di Salvador de Bahia. Andrea Garziera, per sei anni direttore generale della struttura, conferma: «Hanno sempre evitato di pagare le tasse (com’ è consentito in Brasile agli enti filantropici, ndr ) senza averne i meriti». Il padre di Andrea Garziera, Luigi, ex distributore di alcolici del Veneto, è socio d’ affari di don Verzé. È con lui che – come mostra il tour tra le fazendas del gruppo – il prete manager si lancia nei business alternativi delle coltivazioni dell’uva. Uno dei soci occulti è Pierino Zammarchi, il costruttore per eccellenza delle opere edilizie del San Raffaele, indagato a Milano con don Verzé e altri per bancarotta. Dove ci sono investimenti in ospedali spesso vengono costruite anche maestose ville. Ce n’ è una, frequentata dal fondatore del San Raffaele e dai fedelissimi, sulle sponde del fiume San Francisco in Brasile. Luigi Garziera, tra le varie rivelazioni, racconta ai microfoni di Report le sue “scorribande” sessuali assieme a Mario Cal (il manager suicida il 18 luglio) con ragazzine di 13-14 anni.