martedì 9 novembre 2010


di Giovanni Chianta

Sandro Bondi, l’ex sindaco Comunista di Fivizzano, poi convertitosi al berlusconesimo, è davvero un grande difensore degli interessi del suo amatissimo Presidente, ma un pessimo difensore degli interessi degli italiani quando si tratta di fare il suo lavoro di ministro. Le infinite scuse portate da Bondi per giustificare la rovinosa caduta della domus dei Gladiatori a Pompei sono a dir poco infantili e ridicole. Un ministro non può permettersi il lusso di dire che non è colpa di nessuno. Bondi sta cercando di scaricare la colpa di quanto è accaduto su quella soprintendenza che lui stesso ha commissiariato due anni fa privandola della sua autonomia; il commissario nominato da Bondi non doveva fare altro che occuparsi del lavoro della soprintendenza con dei poteri molto di grandi rispetto ai normali poteri di quella soprintendenza commissariata.

Certo che, nelle varie trasmissioni televisive a cui partecipa, il ministro è sempre molto sveglio, combattivo e perfino infervorato quando si tratta di difendere l’operato del governo e del suo Presidente, appare sempre spento, remissivo e disattento quando si tratta di difendere la cultura. Non sarà che Bondi non riesca a svolgere la doppia attività di avvocato difensore e ministro ? A molti il dubbio è venuto, perché Bondi è disarmante quando dice che in sostanza lui non può farci nulla e perché non è facile fare il ministro stando chiusi ad Arcore, come lui stesso dichiara. A che serve un ministro della cultura se non per finanziare e favorire la cultura e proteggere il patriminio storico?

Per Bondi la colpa di quanto è accaduto sarebbe del fato funesto, insomma, una costruzione risalente a migliaia di anni fa deve cadere prima o poi, se cade la colpa è del fato. Peccato che esistano delle tecniche meravigliose di restauro per la salvaguardia dei beni culturali, se solo venissero finanziate e quindi adoperate si impedirebbe che il fato funesto potesse agire. Di questo, ovviamente, dovrebbe occuparsene il ministro.

Allora ci sorge qualche altro dubbio: forse, non solo Bondi ha sottovalutato il difficile compito di ministro ma non ha capito nemmeno in cosa consisteva. Qualcuno non gli avrà spiegato che il ministro dei beni culturali non deve limitarsi a scrivere qualche poesia, qualche articoletto o tenere qualche rubrichetta su qualche rivista, ma è molto altro; per esempio, deve proteggere le bellezze di Pompei che, tra le altre cose, si riconferma fra i siti più amati dai viaggiatori di ‘TripAdvisor’, che nel 94% dei casi la raccomanderebbero insieme a Ercolano e Torre Annunziata fra i siti Patrimonio dell’Umanità da non perdere. Tutto il mondo ci prende in giro per la nostra incapacità di difendere le bellezze del nostro Paese.

Per Bondi, la colpa della rovinosa caduta della domus dei Gladiatori di Pompei non è sua ma di nessuno, almeno, per il momento, non ha incolpato gli alieni.



DAL BLOG "IL MALPAESE"

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