sabato 12 dicembre 2009

la rete viola

No B. Day: rivoluzione viola, partita dalla rete-
Il No Berlusconi Day è alle porte.
Ecco come è nato e cresciuto questo movimento destinato a una piazza fisica, ma generato in una piazza molto virtuale.

"Per mandarlo a casa, per contrastare non solo Mr B. ma il Berlusconismo nel suo complesso e ciò che rappresenta. Non saremo in piazza solo contro quel che oggi rappresenta la lettera B, ma per cambiare l'intero alfabeto": parole degli organizzatori del No B. Day, ovvero il giorno in cui si manifesterà a Roma invitando Mr B. a rassegnare le dimissioni per presentarsi davanti ai giudici. "A noi non interessa il dopo - sottolinea uno dei promotori, Emanuele De Pascale - a noi interessa unicamente che Silvio Berlusconi si sottoponga, come un normale cittadino, al giudizio della magistratura".

"Un'iniziativa che non ha nulla di originale, tale e quale alle tante che hanno scandito gli ultimi anni", secondo il direttore di Libero Maurizio Bel Pietro, intervenuto ad Annozero sull'affaire Berlusconi. "Nulla di nuovo, semplicemente l'ennesimo tentativo di rimuovere il Cavaliere": così il giornalista ha liquidato il giorno del no a Berlusconi. Eppure si annuncia come la più grande iniziativa di protesta nata dalla base degli utenti del web: 350 mila adesioni raccolte, 700 autobus in partenza per Roma, 4 treni speciali e un treno dalla Sardegna. Arriveranno tutti questi 350 mila? Per il momento si può solo dire che è una sfida e che già ora sta facendo parlare di sé non poco, diventando addirittura terreno di scontro per i partiti (partecipare o non partecipare?). E si può anche dire che, smentendo Bel Pietro, ha tutta l'aria di essere una protesta atipica e originale.

Secondo gli ideatori, tutto nasce da un malcontento profondo, covato da tempo, che si è riversato sulla rete e che la rete ha saputo incanalare con la sua forza virale. La rete dunque intesa non solo come strumento prezioso per un'organizzazione capillare ed efficiente, ma anche e soprattutto intesa come luogo dove sedimentano le idee e dove si coagulano consensi e dissensi, raggruppando le persone che condividono qualcosa. Macchina orizzontale: così oggi Vittorio Zambardino battezza l'onda di protesta in un articolo dove spiega dettagliatamente il funzionamento di quella che chiama tecnologia abilitante: "... la pagina Facebook, che non è stata pagata e non richiede gestione tecnologica, non è uno sfogatoio, ma un modello di organizzazione. Sulla banda laterale sinistra ci sono i contatti, sotto forma di link, a 103 "pagine" locali che a loro volta raccolgono adesioni e organizzano i pullman per la manifestazione. Si aggiungono 38 pagine aperte da persone residenti in città straniere...".

Il dissenso è cresciuto dopo che Berlusconi ha tacciato i giudici della Corte Costituzionale di essere comunisti, dopo la battuta a Rosi Bindi ("lei è più bella che intelligente"), dopo il caso Mills e il Lodo Alfano. Un giorno (era il 9 ottobre 2009) la disapprovazione è arrivata su Facebook, dove un gruppo ha deciso di raccogliere adesioni per una manifestazione nazionale, con diramazioni internazionali un po' dovunque (Vienna, San Francisco, Londra, Amsterdam, ecc.). All'inizio erano 5 persone e una pagina di Fb. Poi si unì la voce dei blogger. Infine fu creato il sito.

Il sito è viola, "colore della vitalità e dell'autoaffermazione", e si è imposto chiaramente come il crocevia dell'iniziativa, che partirà domani, 5 dicembre, da Piazza della Repubblica per poi arrivare fino a Piazza del Popolo e chiudersi in Piazza San Giovanni, con un concerto che si terrà grazie al sostegno di 3 mila artisti. L'appello è in una grande varietà di idiomi, compreso arabo, croato, estone e finlandese e dal sito si può offrire il proprio sostegno, organizzare la trasferta, seguire gli aggiornamenti in diretta e seguire il video della conferenza stampa.
Si dice che il comunicato dell'appello verrà pubblicato sul New York Times e sul Guardian, e mentre esce la notizia che la Rai nega la diretta della manifestazione, tutti i giornali e i siti di news l'hanno già battezzata la protesta della rete.

Qualcuno ha paragonato questi movimenti di protesta ai girotondi, di cui forse possono essere considerati eredi. Ma come ignorare il ruolo dei social network nell'organizzazione e nell'elaborazione del dissenso? Basti pensare che ieri sera, giovedì 3 dicembre, mentre Bel Pietro parlava da Santoro del No B. Day come di una minestra riscaldata, collegandosi a Fb si trovavano i commenti in diretta alle parole pronunciate in tv. Siamo sicuri che non sia nulla di nuovo? A proposito… Si è liberato un posto ora ora sul pullman da Pavia per Roma e i fan sono saliti a quota 355.457.

Su Tettamanzi.

Nel corso della cerimonia all'Accademia di Brera, Roberto Saviano ha poi affermato che "chi ha criticato il cardinale Dionigi Tettamanzi "forse non sa chi sono veramente i milanesi. C'è stata una polemica perché qualche giorno fa qualcuno ha detto all'arcivescovo di Milano che non parla ai milanesi. Chi dice questo non sa chi veramente sono i milanesi e bisognerebbe ricordarglielo".

E su Maroni.

In riferimento all'azione del Governo rispetto alla criminalità organizzata, Saviano ha quindi aggiunto: "Il ministro Maroni ha sicuramente fatto molto, specie nel Casertano, dove nessun governo precedente aveva fatto. Detto ciò, siamo solo all'inizio, bisogna proseguire su questa strada".
Alla domanda, se il suo romanzo "Gomorra" sia "obsoleto", lo scrittore ha spiegato che "sarebbe bello, ma purtroppo non è così, il potere della mafia è ancora infinito".

Rischio infiltrazioni.

Saviano ha poi parlato del rischio di infiltrazioni criminali che "si stanno per mangiare Expo. Il rischio c'è, ed è enorme. Del resto, quando si diceva delle infiltrazioni nella ricostruzione dell'Abruzzo, tutti a dire: 'vedi nero dappertutto, non è vero...'. E invece hanno già fermato due imprese legate al clan Zagaria. Dunque, il rischio c'è e negarlo è la prima scelta morale per fare entrare le organizzazioni criminali. Non bisogna negare che c'è questo pericolo ma affrontarlo. E non bisogna sentire questo come un'accusa alla città di Milano - ha aggiunto - occorre solo prenderne atto".

Attenti all'EXPO.

Secondo Saviano "bisogna fare innanzitutto una cosa: aprire una commissione di controllo, tenere gli occhi aperti e, per i media, accendere la luce. Innanzitutto bisogna non dire che chi racconta queste cose sta diffamando il Paese, tenere l'attenzione accesa, non credere che le mafie siano solo da una parte. Le mafie sono trasversali. E' fondamentale tenere gli occhi aperti e non negare il rischio che in Expo ci possano essere infiltrazioni o come la ricostruzione dell'Abruzzo possa essere una loro miniera".

(10 dicembre 2009)